Idea, regia e sviluppo tecnologico: Michele Cremaschi
Scenografie: Enzo Mologni realizzate a Labatà (MI)
Drammaturgia: Anna Maini - Michele Cremaschi
Consulenza cinematografica: Chiara Cremaschi, Andrea Zanoli/Lab80
Tecnico e suono: Diego Bergamini
Produzione: SmartIT
Coproduzione: Teatro della Caduta
E’ notte. Nel centro di una brulla radura tra alberi bruciati, una bara aperta rivela il corpo del Grande Puffo, morto con un coltello conficcato nel cuore.
La sua avidità, la sua arroganza, ha fatto si che i puffi - cittadini si risvegliassero dal loro torpore.
Hanno innalzato l’arma e, al tempo stesso, il loro livello di partecipazione. La dittatura è evaporata assieme al dittatore.
Come fare ora per governare il villaggio, per governarsi?
“Krisi” racconta di un processo di levitazione sociale dal punto di vista politico. Di quella tensione verticale che impone di modificare il proprio modo di vivere. Della ricerca di un’elevazione che slitta dal piano individuale a quello pubblico. Di quei cittadini timotici che, per dirla con Sloterdijk, leggono il misterioso verbo “emanare” che nella Costituzione Tedesca dice che ogni potere dello stato emana dalla gente, come “un invito ad uscire dalle proprie quattro mura per esprimere ciò che vuole, ciò che sa e ciò che teme.” E che quando questa ira “svolge bene il suo lavoro”, fa sorgere “nuove architetture della partecipazione politica”. Di quei cittadini che ostinatamente la pensano alla stregua di un antico proverbio africano: “Se fai qualcosa per me, senza di me, la fai contro di me”. E che allora pretendono ascolto e condivisione. Al tempo degli antichi Greci l'obiettivo di tale tensione verso l’alto era la saggezza; oggi che tale parola sembra desueta non perde il suo mordente la stessa pericolosa pratica della partecipazione civica.